Nessun beneficio dall'aggiunta di Erlotinib a Sorafenib per il carcinoma epatocellulare avanzato
È stato effettuato uno studio per capire se l'aggiunta di Erlotinib ( Tarceva ), un inibitore diretto e reversibile della tirosin-chinasi EGFR, possa avere effetti antitumorali sinergici o additivi se utilizzato con Sorafenib ( Nexavar ) nei pazienti con epatocarcinoma avanzato.
L'approccio non ha migliorato la sopravvivenza globale o il tempo alla progressione.
Questo studio di fase III, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, con Erlotinib associato a Sorafenib, ha arruolato 720 pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato dai 18 anni in su, performance status ECOG 0-1 e Child-Pugh di classe A.
I pazienti sono stati stratificati per ECOG di 0 o 1, invasione vascolare macroscopica e/o presenza di diffusione extraepatica, abitudine al fumo ( corrente, precedente o mai avuta) e per regione: Americhe e Europa versus Sud Africa e Asia-Pacifico.
I pazienti sono stati randomizzati, in un rapporto 1:1, a ricevere un trattamento continuo con Sorafenib per via orale 400 mg bid ( 2 volte giorno ) più Erlotinib 150 mg al giorno oppure Sorafenib 400 mg bid e placebo 150 mg al giorno, e sottoposti a monitoraggio ogni 6 settimane con la tomografia computerizzata.
L'endpoint primario dello studio, definito come 33% di incremento della sopravvivenza globale, non è stato rispettato in questo studio.
La sopravvivenza globale mediana nei 362 pazienti trattati con Sorafenib ed Erlotinib è stata di 9.5 mesi, rispetto agli 8.5 mesi del braccio Sorafenib e placebo.
Anche il tempo alla progressione non è variato in modo significativo tra i bracci di trattamento ed è stato di 3.2 con Sorafinib ed Erlotinib versus 4.0 mesi con Sorafenib e placebo.
Non è stata notata alcuna differenza significativa regionale nella sopravvivenza globale o nel tempo di progressione.
I tassi di controllo della malattia del 43.92% e 52.51% hanno favorito il braccio Sorafenib e placebo.
La durata mediana del trattamento di 2.8 e 4.0 mesi è stata più lunga con Sorafenib e placebo, aspetto che riflette la percentuale di pazienti che si sono ritirati dopo aver completato un ciclo di trattamento o più pochi cicli; il tasso di ritiro è stato del 34.0% nel braccio Sorafenib ed Erlotinib, rispetto al 23.8% con Sorefenib e placebo
I tassi di eventi avversi emergenti dal trattamento e legati al farmaco sono risultati simili tra i bracci e anche gli eventi avversi gravi sono stati simili ( 58.0% vs 54.6% e 21.0% vs al 22.8%, rispettivamente, nel gruppo Sorafenib ed Erlotinib e nel gruppo Sorafenib e placebo ).
Nessuna tossicità nuova o inattesa è stata osservata tra il trattamento di combinazione e Sorafenib o Erlotinib da soli.
I risultati conseguiti in questo studio hanno indicato che Erlotinib aggiunto a Sorafenib non migliora la sopravvivenza generale o il tempo alla progressione rispetto a Sorafenib solo in pazienti con tumore epatocellulare avanzato.
I profili di sicurezza sono risultati simili tra i due gruppi di trattamento e coerenti con quelli di ogni singolo componente, ma il tasso di ritiro è stato maggiore nel braccio Erlotinib e Sorafenib, con un minor numero di pazienti che ha completato uno o più cicli.
Sorafenib rimane il trattamento standard per i pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato. ( Xagena2012 )
Fonte: European Society for Medical Oncology ( ESMO ) Meeting, 2012
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